sabato 19 ottobre 2013

Il comfort: telaio full, sella e gomme in aiuto contro i dolori alla schiena

Il dolore che si avverte in sella alla Mtb può dipendere dal tipo di telaio? La risposta è affermativa ed introduce nel discorso anche altri fattori, quali il tipo di gomme e la pressione di gonfiaggio e la forma della sella.
prima di tutto il telaio: quello biammortizzato rappresenta un forte vantaggio in termini di comodità soprattutto per chi soffre di dolori alla schiena. La doppia sospensine permette di assorbire quel tipo di sollecitazioni che altrimenti potrebbero risultare dannose per la schiena e che nell' arco di una gara possono compromettere in modo serio le prestazioni del biker. Talvolta capita che sia piuttosto il mal di schiena a debilitare la performance che non le gambe. In prima battuta occorre rinforzare con semplici esercizi i muscoli del tronco, sia gli addominali che la struttura muscolare della schiena, compresi i muscoli subito al di sopra dei glutei.
Poi si può pensare al telaio. Chi soffre di indolenzimenti alla schiena nelle uscite offroad è bene che tenga il precarico (ossia la pressione nell' ammortizzatore e nella forcella) ad un valore leggermente inferiore a quello che il costruttore suggerisce. Bastano anche 5-10 psi in meno. Si avvertirà una sospensione più sensibile (cioè capace di assorbire anche le asperità più piccole), accettando però di perdere qualcosa in termini di efficienza della sospensione stessa.
Poi ci sono le gomme: per esigenze di maggiore comfort sono caldamente consigliate le coperture più larghe (da 2.1" in su) e anche un pò più artigliate, mentre per la pressione di gonfiaggio conviene scendere ai valori minimi possibili. In questo senso le gomme tubeless sono di certo le preferite potendo scenderefino a 1.8 atmosfere. In questo caso però si riduce molto la scorrevolezza.
Infine la sella. La ricerca della leggerezza è sconsigliata perchè conduce verso selle che sono tendenzialmente meno comode. Il fattore di comodità di una sella, in generale, può dipendere da due fattori: dal disegno e dai materiali impiegati, ma anche dalla tonicità dei muscoli delle gambe e del tronco. Vale a dire, un professionista o un amatore molto evoluto possono trovare una sella superleggera anche molto comoda, in virtù fra le altre cose di un peso corporeo solitamente ridotto. Chi invece pedala con meno assiduità può ricorrere a selle un pò più morbide e che consentano una distanza di circa 3-4 centimetri fra il piano di appoggio della sella e il morsetto del reggisella. Questa distanza, in generale, individua la propensione della sella a comprimersi e a flettere e, quindi, anche le sue doti di comfort.
(da Mtb-magazine) 

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