martedì 25 settembre 2012

Il recupero: le due vie della supercompensazione

E' un insieme di adattamenti fisici ed organici che portano l' organismo ad una condizione migliore rispetto all' inizio dell' allenamento. Per essere pratici, si tratta dei  miglioramenti delle varie qualità atletiche prodotti dall' allenamento costante. Affinchè si possano verificare questi miglioramenti, però, è indispensabile che tra un allenamento e l' altro trascorrano un certo numero di ore. L' organismo sostanzialmente ha bisogno di tempo per mettere in atto i vari adattamenti, cosa che non può fare se ci si sottopone ad uno sforzo quando ancora non c'è stato un recupero adeguato. Il meccanismo della supercompensazione può essere attuato in due diversi modi, sia attraverso l' alternanza di giorni di riposo a giorni di allenamento, sia alternando uscite impegnative ad uscite di scarico, con un impegno fisico ridotto rispetto alle precedenti.
(da Mtb-magazine)

mercoledì 19 settembre 2012

Il recupero: perchè riposare

E' importante tanto quanto l' allenamento.

Nel lessico dei body builder, si è soliti dire che quando non ci si allena il muscolo cresce. Ma cosa avviene realmente nel nostro fisico? Le proteine agiscono nella ricostruzione delle fibre che durante il periodo di lavoro si sono danneggiate a causa dell' affaticamento, così come i carboidrati fanno tornare a livelli ottimali le scorte di glicogeno. Inoltre, di notte, l' ormone della crescita agisce con maggore incidenza. E' per questo che tra un allenamento e l' altro è bene rispettare un intervallo di recupero adeguato.
(da Mtb-magazine)

lunedì 17 settembre 2012

Il recupero: gli alimenti che favoriscono il sonno

Frutta e verdura prima di dormire.

Il sonno è caratterizzato da due distinte fasi. La Rem, dove si registra un aumento del flusso sanguigno verso il cervello e si alterna per 4 o 5 volte a notte, ed una non-Rem, dove avviene invece il completo relax muscolare, ed è quella dove avviene il vero e proprio recupero. Ci sono occasioni però in cui è proprio l' eccessiva stanchezza ad ostacolare il riposo notturno. In questo caso si devono preferire quei cibi che favoriscono il sonno, e coricarsi solo dopo la completa digestione.

Ci sono alimenti che favoriscono il riposo notturno e, in particolare, delle combinazioni di pietanze che consumate la sera contribuiscono anche al recupero metabolico. Le minestre rappresentano una combinazione ottimale, in particolare quelle di verdure e cereali come orzo e avena. La lattuga è un altro alimento molto indicato la sera perchè favorisce il sonno, così come il radicchio rosso, la frutta dolce come fichi, banane, uva, il tuorlo d' uovo, la zucca, le rape, il basilico e i cavoli. Ma non bisognerebbe mai trascurare le proteine ad alto valore biologico come carne, pesce, uova, parmigiano, prosciutto cotto o crudo e bresaola, perchè costituiscono i mattoni con i quali il corpo può riparare le lesioni muscolari. Per ottenere insieme l' effetto tranquillizzante e quello plastico delle proteine, infine, la migliore indicazione è quella di un bicchiere di latte, con un cucchiaino di miele, prima di coricarsi.
(da Mtb-magazine)

sabato 15 settembre 2012

Il recupero, importante quanto l'allenamento

Il recupero consente al fisico di recuperare al meglio il lavoro svolto facendo il pieno di energie e consentendo ai muscoli di rigenerarsi. Alimentazione, ma non solo, anche il sonno notturno ha la sua incidenza nel processo.
Sonno, riposo e recupero sono tre elementi essenziali dell' allenamento. Il lavoro che si compie per raggiungere la performance sportiva si compone di una combinazione di fattori che agiscono in sinergia tra loro. Ottimizzare l' allenamento, organizzando uscite, competizioni, nutrizione e cura del mezzo meccanico, è importante quanto considerare adeguatamente le fasi di recupero e di sonno, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Bisogna tenere presente inoltre che c'è una precisa distinzione proprio tra il conceto di riposo, quello di recupero e il sonno, sia notturno sia eventualmente diurno. Tutte queste componenti sono importanti e dovrebbero essere adeguate agli impegni quotidiani che, a livello amatoriale, non sono solo quelli dell' allenamento o della gara, ma sono anche quelli lavorativi e familiari che richiedono altrettanta energia e concentrazione. Dunque, per arrivare ad un buon equilibrio energetico, sia fisico che mentale, bisogna imparare a gestire bene anche il recupero ed il sonno e imparare a capire quando è il momento di riposare e quando invece è il caso di insistere.

Il riposo è riferito in maniera specifica alla situazione psicologica dell' atleta. Non ha una sua collocazione prestabilita nei vari periodi di allenamento, ma deve essere utilizzato nei momenti opportuni, quando cioè si avverte una stanchezza psicologica, appunto dovuta alla routine di lavoro, oppure ad un eccessivo stress agonistico. In queste situazioni accade spesso che il corpo, pur essendo in buono stato di forma, avverte una certa difficoltà in allenamento e ancor più in gara, e ci si lascia condizionare (anche inconsapevolmente) dalla fatica mentale. Considerando quindi che si è lavorato a lungo e il rendimento sarebbe potenzialmente buono, bisogna riposarsi solo dal punto di vista psicologico diversificando con uscite più brevi, cambiando percorsi, praticando sport alternativi, ma con l' obiettivo di dare in ogni caso continuità all' allenamento.

Il recupero e il sonno sono certamente più legati tra loro nel senso che, dormendo, si favorisce il ripristino delle condizioni ottimali per iniziare un nuovo allenamento o per partecipare ad una competizione, ma il concetto di recupero è più ampio. Il recupero infatti deve essere valutato sotto diversi aspetti che sostanzialmente sono: energetico, muscolare, ripristino dei normali livelli di idratazione, elettroliti e omeostasi, e l' aspetto mentale, inteso come capacità di concentrazione e coordinazione. Dal punto di vista energetico, il recupero si ottiene attraverso il consumo di alimenti e di acqua ed, eventualmente, di integratori mirati. L' alimentazione deve comprendere tutti i principi alimentari calorici, quindi proteine, grassi e carboidrati, ma anche un sufficiente quantitativo di vitamine, minerali ed acqua. Non dovrebbero mai mancare poi acidi grassi essenziali e aminoacidi essenziali che l' organismo non è in grado di sintetizzare e che, rispetto all' individuo sedentario, nello sportivo rivestono una particolare importanza. Chi si allena regolarmente dovrebbe consumare pasta o riso, marmellata o miele, carne o pesce e uova o affettati, parmigiano, latte o yogurt, frutta verdura e molta acqua, anche sotto forma di thè o di succhi di frutta allungati con acqua e poco pane.
Dal punto di vista muscolare, il recupero si ottiene dalla combinazione di vari comportamenti. Innanzitutto è necessario far passare alcune ore prima di sottoporre nuovamente il muscolo ad uno sforzo. Questi tempi sono direttamente proporzionali al grado di allenamento e all' età (i tempi di recupero aumentano con l' invecchiamento) e in parte sono legati a caratteristiche genetiche. Per attivare il recupero, poi, bisogna alimentarsi con una quantità sufficiente di proteine (per garantire la ricostruzione delle fibre danneggiate dall' affaticamento) e di carboidrati (per ripristinare le scorte di glicogeno). In questa fase inoltre il corpo si attiva per eliminare i materiali di scarto con un superlavoro di fegato e reni che deve essere sostenuto e favorito, evitando l' ingestione di alcolici e cibi elaborati e consumando invece acqua e frutta. Bevendo molto e mangiando porzioni abbondanti di frutta e verdura si ottiene anche il ripristino dei giusti livelli di idratazione, la reintegrazione dei minerali e dunque l' equilibrio ottimale tra liquidi ed elettroliti corporei. E' noto che anche un modesto livello di disidratazione ed un abbassamento dei livelli di glucosio nel sangue porta ad effetti negativi sulle capacità celebrali (oltre che metaboliche in generale), causando tra l' altro incapacità di concentrazione e difficoltà di coordinazione dei movimenti. Il recupero agisce anche su questi fattori sia attraverso l' alimentazione e l' ingestione di liquidi (eventualmente anche di integratori), sia attraverso il sonno.

Il sonno, nello sportivo, condiziona pesantemente il recupero e, di conseguenza, la prestazione. Mentre dormiamo il cervello riorganizza l' attività dei neuroni portando l' organismo ad una vera e propria rigenerazione globale, attuata anche attraverso fasi alterne di contrazione e decontrazione muscolare, nonchè dell' attivazione di alcuni ormoni e dall' inibizione di altri. Proprio l' attività ormonale notturna riveste una grande importanza per gli sportivi: infatti durante il sonno si abbassano i livelli di adrenalina e di carticosteroidi, mentre aumenta notevolmente la produzione di GH, detto anche ormone della crescita. Il suo nome non deve trarre in inganno perchè, se durante i primi 18-20 anni di vita è prevalentemente deposto all' accrescimento corporeo, per il resto della vita la sua attività principale è quella di innescare e condurre l' anabolismo proteico, cioè la ricostruzione e il rinnovamento delle strutture danneggiate, a partire dalle proteine fornite attraverso l' alimentazione. Restando nell' ambito dell' attività sportiva, questo significa che durante la notte l' ormone della crescita agisce con maggiore incidenza, riparando le parti molli come per esempio le fibre muscolari danneggiate dall' affaticamento e permettendo dunque, un recupero ottimale. Per questo motivo è molto importante che nel pasto serale sia presente un' abbondante percentuale di proteine, rafforzata eventualmente da uno yogurt o da un bicchiere di latte o da un budino, ed eventualmente da un' integrazione di due aminoacidi (arginina e ornitina). Per quanto riguarda l' attività ormonale, bisogna poi ricordare che il ciclo sonno-veglia è regolato anche dalla melatonina, la cui produzione è regolata a sua volta dalla quantità di luce che penetra attraverso le palpebre chiuse. Con il buio, dunque, migliora notevolmente la qualità del sonno e bisognerebbe evitare l' illuminazione notturna, anche molto blanda. Nell' ambito delle 24 ore, il ritmo sonno-veglia funziona secondo il ciclo circadiano che regola anche tutto il metabolismo corporeo. Bisogna dire però che sotto questo aspetto l' uomo ha una grande capacità di adattamento e può facilmente trovare degli aggiustamenti personali quando è condizionato da situazioni esterne, come un lavoro che impone i turni, oppure orari di sonno o di veglia particolarmente impegnativi.
Il sonno, a sua volta si compone di fasi cicliche della durata di circa 90 minuti che si ripetono più volte nell' ambito della notte e che sono caratterizzate da diverse funzioni fisiologiche. Sostanzialmente si alternano due fasi: una cosiddetta Rem (Rapid Eyes Movement) che dura circa 15 minuti ed una non-Rem, molto più lunga. Nella prima fase, detta anche del sonno paradosso, proprio per il fatto che è caratterizzata da movimenti degli occhi e da contrazioni muscolari su tutto il corpo, si ha una elevata attività celebrale, favorita anche da un aumento del flusso sanguigno verso il cervello. Durante il periodo non-Rem, invece, si ha un completo rilassamento muscolare, accompagnato dalla massima produzione dell' ormone della crescita. La fase Rem che sembra essere quella che determina maggiormente la sensazione di riposo e recupero, si raggiunge circa 4-5 volte per notte. Infine, alcune ricerche hanno portato a due conclusioni molto importanti per gli sportivi: innanzitutto, è stato dimostrato che non è fondamentale dormire bene la notte che precede la gara, quanto lo è invece la notte che precede la vigilia. In pratica se la gara è la domenica, per avere un rendimento ottimale, quello che conta è dormire molte ore e bene nella notte tra il venerdi e il sabato. In secondo luogo è stato dimostrato che con vari cicli di pochi minuti di sonno, ripetuti ad intervalli regolari, si possono ottenere notevoli prestazioni atletiche in quelle competizioni che impegnano per  molte ore consecutive, come le 24 Ore.
Infine la durata. E' ovviamente un concetto del tutto soggettivo, anche se per un atleta è sempre consigliabile un riposo notturno vicino alle 8 ore, affinchè si possano concretizzare in maniera soddisfacente tutte le attività metaboliche di recupero.
(grazie a Francesca Rotondi)

mercoledì 5 settembre 2012

E' vero che è meglio alleggerire il cerchio invece del mozzo?

Sì, è vero, perchè le masse che ruotano in posizione periferica influiscono in maniera maggiore sul momento d' inerzia di una ruota. Minore è il peso del cerchio e più la ruota stessa è rapida nel cambiare velocità e traiettoria.

Il discorso delle masse periferiche per una ruota da Mtb ha un' importanza davvero rilevante non tanto per quanto riguarda la leggerezza complessiva della bici, quanto per gli effetti che un alleggerimento periferico delle ruote ha sul comportamento dinamico della bici. Infatti, chi costruisce ruote sa che è fondamentale contenere quanto più possibile il peso dei componenti che si trovano lontano dal centro della ruota (ossia le cosiddette masse periferiche) per rendere le ruote più pronte ai cambiamenti di velocità (vale a dire accelerazioni e frenate) e di direzione.
E' importante quindi che componenti come cerchi, nipples, gomme, flap e raggi abbiano il migliore rapporto possibile fra leggerezza e solidità nell' ottica di un miglioramento delle prestazioni.
Di seguito proviamo ad elencare le caratteristiche tecniche e costruttive che una ruota di alto livello dovrebbe avere:
- un cerchio rigido e leggero in linea di massima è da preferire ad un mozzo superleggero che, piuttosto, dovrebbe garantire la migliore scorrevolezza possibile
- le flange di un mozzo dovrebbero essere abbastanza alte da ridurre la lunghezza dei raggi (e quindi le torsioni della ruota) e da non aumentare troppo il peso del mozzo stesso
- le nipples in Ergal anzichè in acciaio sono un valido espediente per abbassare di molto la percentuale di peso periferico senza ridurre la solidità della ruota
- ad un maggior numero di raggi può corrispondere un cerchio più leggero. E' su questo principio che si fondano le alte prestazioni delle ruote custom che hanno perlopiù 32 raggi e un cerchio di 400 grammi. E' vero però che in questo caso il costo di una ruota custom può salire anche del 30% rispetto ad una ruota costruita in fabbrica  e gli intervalli di centratura del cerchio possono essere anche più frequenti
- lo spessore dei raggi influisce sul comportamento dinamico della ruota e quindi della bici: ad uno spessore ridotto (2-1.5-2mm) in genere corrisponde una ruota meno reattiva, ma anche più confortevole e più leggera. Questa soluzione è spesso adottata sulle Mtb front in alluminio o carbonio. Al contrario, raggi di spessore maggiore (2-1.8-2mm) portano ad una ruota più reattiva, ma meno leggera e confortevole, più indicata per le Mtb full

Il fattore della leggerezza delle ruote, poi, coinvolge fortemente anche le gomme ed è anche per questo che i kit come il NoTubes e il Tubeless hanno avuto un forte successo.
(da Mtb-magazine)